30 marzo 2021

Giochiamo a “far finta di…”?

Di Corinna Gasparini

Vi sarà sicuramente capitato di osservare un bambino che prende un pettine facendo finta che sia un telefono o prepara la cena per le bambole. Queste azioni sono esempi di gioco simbolico, o gioco di finzione, poiché non riflettono letteralmente la realtà, ma vengono messe in atto in maniera immaginaria. Il gioco simbolico emerge intorno ai 18 mesi, quando un oggetto viene usato come se fosse qualcos’altro, e tende a diventare più complesso e organizzato durante l’età prescolare e scolare, coinvolgendo progressivamente anche altri bambini.

Recenti studi hanno messo in luce come il gioco di finzione sia diffuso in ogni cultura e sia legato a importanti abilità cognitive e sociali, come il pensiero simbolico e il linguaggio. Si è visto ad esempio come le interazioni genitore-figlio che avvenivano durante una sequenza di gioco simbolico all’età di 18 mesi fossero molto più ricche di momenti di attenzione condivisa e di gesti comunicativi rispetto a quelle registrate durante il gioco funzionale (caratterizzato dall’uso di oggetti secondo la loro reale funzione, come ad esempio le costruzioni).

Il gioco di finzione è stato oggetto di studio anche rispetto allo sviluppo della “teoria della mente”, ovvero l’abilità di mettersi nei panni dell’altro e crearsi una rappresentazione dei suoi pensieri ed emozioni. Immaginiamo di giocare con un bimbo di 2 anni: prima prende una penna, fa finta di passarla sotto l’acqua, la usa come uno spazzolino e poi ce la passa. Queste azioni suggeriscono come il bambino sia in grado non solo di pianificare e mettere in atto l’azione in forma simbolica, ma anche di considerare che il suo partner sociale in quel momento sta condividendo il medesimo pensiero immaginario. Questa abilità è fondamentale per entrare in sintonia con l’altro e interagire in modo efficace.

Gli studi attualmente disponibili concordano nel ritenere che il gioco di finzione sia molto di più di una semplice attività che svanisce con l’età. In quanto espressione della capacità di rappresentazione mentale, il gioco di finzione è in grado di supportare altre abilità socio-cognitive del bambino e quindi promuovere il suo sviluppo.

Per approfondire:

  • Weisberg D.S. (2015). Pretend Play. WIREs Cogn Sci, 6:249–261. doi: 10.1002/wcs.1341
  • Quinn S. & Kidd E. (2019). Symbolic play promotes non-verbal communicative exchange in infant–caregiver dyads. British Journal of Developmental Psychology, 37, 33–50. DOI:10.1111/bjdp.12251

Pretending Play San Jose Ublic Library