21 aprile 2021
Il sonno rappresenta uno degli aspetti dello sviluppo del bambino che può generare maggiore preoccupazione, spingendo spesso i genitori a rivolgersi al pediatra per chiedere consigli o possibili soluzioni. Ciò è dovuto anche al fatto che, durante lo sviluppo, e in particolar modo nel corso del primo anno di vita, il sonno subisce variazioni notevoli, inducendo a chiedersi se tali cambiamenti siano fisiologici o meno. Sebbene le variazioni inter- e intra- individuali siano amplissime, non solo in base alla specifica tappa evolutiva e alla cultura di appartenenza, ma anche a seconda del singolo bambino, alcuni aspetti caratterizzano lo sviluppo del sonno nella popolazione occidentale.
Il sonno del bambino si modifica notevolmente già durante il primo anno di vita. I neonati solitamente hanno bisogno di dormire fino a 16-17 ore nel corso delle 24 ore e alternano intervalli più o meno lunghi di sonno sia durante il giorno sia durante la notte, in quanto i ritmi circadiani non sono ancora regolari. I periodi di sonno variano anche in base ai bisogni del bambino, tra tutti quello di essere nutrito. Una relativa stabilizzazione nei ritmi circadiani si inizia ad osservare intorno alle 10-12 settimane di vita, quando il bambino mostra una maggiore facilità di addormentamento nelle ore notturne. Successivamente, si passa a circa 14-15 ore di sonno quando il bambino è intorno alle 16 settimane di vita, quindi a 13-14 ore verso i 6 mesi, fino a 9-13 ore di sonno tra i 6 e gli 11 mesi. Anche la qualità del sonno cambia notevolmente, con la progressiva diminuzione del numero dei risvegli notturni e l’allungamento della durata dei periodi di sonno durante la notte.
Come sottolineato dalla National Sleep Foundation, il sonno è un processo essenziale per lo sviluppo cognitivo, comportamentale e socio-emotivo del bambino. Introdurre routine rilassanti prima del momento di andare a dormire è un suggerimento sempre valido, per grandi e piccini. fare un bagnetto caldo, indossare un pigiamino pulito abbassare le luci, leggere un libro e cantare una ninna-nanna o ascoltare musica rilassante. Da tenere a mente è che alcune abitudini culturalmente connotate, come l’allattamento al seno, l’uso del ciuccio e la pratica del co-sleeping o del co-bedding possono influire sulla qualità e sulla durata del sonno del bambino. Seguiteci nei prossimi post per saperne di più!
Per approfondire:
Hirshkowitz, M., Whiton, K., Albert, S. M., Alessi, C., Bruni, O., DonCarlos, O., … & Hillard, P. J. A. (2015). National Sleep Foundation’s sleep time duration recommendations: Methodology and results summary. Sleep Health, 1, 40-43, DOI: National Sleep Foundation’s sleep time duration recommendations: methodology and results summary
Tham, E. K., H., Schneider, N., Broekman, B. F. P. (2017). Infant sleep and its relation with cognition and growth: a narrative review. Nature and Science of Sleep, 9, 135–149. DOI: Infant sleep and its relation with cognition and growth: a narrative review
© World Bank Photo Collection