2 novembre 2023

Qual è la relazione tra alimentazione complementare e responsività materna? Il terzo studio di Progetto Spoon

Di Alice Di Prete

Un nuovo articolo di Progetto Spoon, appena pubblicato sulla rivista Appetite, indaga la relazione tra la modalità di alimentazione complementare e la responsività materna in 178 bambini, osservati a 8 e 12 mesi di età, di cui 74 esposti ad alimentazione complementare tradizionale (in cui il genitore imbocca il bambino/a con cibi appositamente preparati e frullati), 58 esposti ad alimentazione complementare a richiesta (in cui il bambino/a siede a tavola con il resto della famiglia e, su sua esplicita richiesta, riceve gli stessi cibi consumati dagli altri membri della famiglia) e 46 esposti ad alimentazione complementare mista (ad esempio alimentazione complementare tradizionale a pranzo e a richiesta a cena).

Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomandano una particolare modalità di alimentazione complementare, ma sottolineano l’importanza di un’alimentazione responsiva, per cui i caregiver prestano attenzione ai segnali di fame e sazietà del bambino e rispondono adeguatamente. Nel nostro studio, abbiamo rilevato separatamente la responsività materna ai segnali di fame e la responsività materna ai segnali di sazietà del bambino. Le due tipologie di responsività sono risultate significativamente correlate a 8 mesi, ma non a 12 mesi, quando diminuisce l’assenza di responsività ai segnali di fame mentre rimane stabile l’assenza di responsività ai segnali di sazietà. Pertanto, man mano che i bambini crescono, le madri riconoscono sempre meglio i loro segnali di fame e rispondono adeguatamente. Tuttavia, questo non accade per i segnali di sazietà, forse perché le mamme sono preoccupate che i propri bambini non mangino abbastanza.

Inoltre, sia a 8 sia a 12 mesi, le mamme risultano più responsive ai segnali di fame piuttosto che ai segnali di sazietà, probabilmente a causa di un retaggio ancestrale che le porta a proteggere i propri bambini dalla fame, anche nella moderna società occidentale in cui questa necessità è venuta meno. Infine, la responsività alla sazietà, ma non la responsività alla fame, correla positivamente con la frequenza con cui il bambino mangia da solo, piuttosto che imboccato dal genitore, indipendentemente dalla modalità di alimentazione complementare adottata.

Pertanto, uno stile di alimentazione complementare che enfatizzi l’indipendenza del bambino si associa a risposte materne più centrate sul bambino, in particolar modo nella parte finale del pasto, con potenziali implicazioni per la promozione dell’autoregolazione del bambino non solo nell’ambito dell’alimentazione, ma anche in altri contesti.

Per approfondire:

Di Prete, A., Del Grosso, D., Focaroli, V., Paoletti, M., Pecora, G., Hodges, E. A., … & Addessi, E. (2023). Complementary feeding approach and maternal responsiveness in 8-and 12-month-old Italian infants: A longitudinal study. Appetite, 107028.

Qual è la relazione tra alimentazione complementare e responsività materna? Il terzo studio di Progetto Spoon