23 settembre 2024
Le pratiche alimentari adottate dai genitori durante il periodo dell’alimentazione complementare – tra i 6 mesi e i 2 anni di età - sono particolarmente importanti per i neonati con sindrome di Down, in quanto sono a maggior rischio di sviluppare alcuni problemi di salute, che potrebbero essere mitigati da una precoce acquisizione di sane abitudini alimentari. Tuttavia, alcune delle difficoltà spesso riscontrate nei bambini con sindrome di Down, come la disfagia, la difficoltà nella masticazione e la selettività alimentare, potrebbero ostacolare il rispetto delle più diffuse linee guida sull’alimentazione infantile.
Nonostante l’importanza di questo tema, la ricerca sullo sviluppo delle abitudini alimentari dei neonati e dei bambini con sindrome di Down è ancora piuttosto limitata. Un recentissimo studio americano (Thompson et al., 2024) ha confrontato le pratiche di alimentazione infantile di un gruppo di 75 genitori di bambini con sindrome di Down con quelle di un gruppo di 66 genitori di bambini con sviluppo tipico nei primi due anni di vita, tramite la compilazione di un questionario online. I risultati hanno indicato numerose differenze significative tra i due gruppi. Le preoccupazioni relative al peso del bambino e alla sua capacità di regolare autonomamente l’assunzione di cibo sono apparse più pronunciate tra i genitori di bambini con sindrome di Down, che hanno riportato anche una minore probabilità di ricevere informazioni sul delicato passaggio all’alimentazione complementare (solo il 44,6% dei genitori di neonati con sindrome di Down coinvolti nello studio ha riferito di aver ricevuto informazioni a riguardo). I genitori di neonati con sindrome di Down hanno mostrato inoltre una minore probabilità di soddisfare alcune delle indicazioni fornite dalle linee guida internazionali sull’alimentazione infantile rispetto ai genitori di neonati con sviluppo tipico, adottando meno frequentemente un’alimentazione responsiva durante i pasti. Questi risultati potrebbero essere dovuti all’assenza di direttive specifiche per la popolazione con sindrome di Down in merito all’introduzione dell’alimentazione complementare, che potrebbe scoraggiare gli operatori sanitari dal fornire indicazioni differenti dalle linee guida internazionali, nel timore di fare raccomandazioni inappropriate. Complessivamente, questo studio evidenzia pertanto la necessità di linee guida specifiche e di una migliore formazione degli operatori sanitari per aiutare i genitori dei bambini con sindrome di Down ad affrontare al meglio il periodo dell’alimentazione complementare.
Per maggiori informazioni:
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