29 luglio 2025
In questo nuovo studio abbiamo indagato la relazione tra il tipo di approccio all’alimentazione complementare (alimentazione complementare a richiesta, alimentazione complementare tradizionale o un approccio misto tra i due) e la responsività materna ai segnali di fame e sazietà del bambino in 166 diadi madre-bambino osservate a 8, 12, 18 e 24 mesi di età. Abbiamo inoltre valutato se le competenze linguistiche del bambino fossero correlate alla responsività materna osservata durante i pasti.
La responsività genitoriale, definita come la capacità di comprendere i segnali del bambino e di rispondervi in modo appropriato, ha una potenziale influenza sul suo sviluppo. Ad esempio, un’inadeguata responsività ai segnali di sazietà può portare i genitori a esercitare sistematicamente pressioni affinché il bambino mangi quando invece è sazio, compromettendo la sua capacità di regolare l’assunzione di energia. La competenza linguistica dei bambini può essere un importante fattore associato alla responsività genitoriale durante il pasto, considerando che l’interazione genitore-bambino è una componente chiave dello sviluppo linguistico e che il momento del pasto rappresenta un’occasione di interazione quotidiana tra genitori e bambino.
I nostri risultati hanno mostrato un’associazione positiva tra responsività materna alla sazietà e proporzione di alimentazione autonoma nei bambini, per cui, in presenza di segnali di sazietà da parte del bambino, le madri dei bambini più autonomi insistevano meno perché i propri figli terminassero il pasto. È inoltre emersa una maggiore responsività materna ai segnali di fame dei bambini a 12 e 18 mesi rispetto a 8 mesi e un progressivo aumento della responsività ai segnali di sazietà con l’età del bambino fino a 18 mesi. Tuttavia, la responsività alla sazietà ha mostrato una significativa flessione a 24 mesi, un risultato che potrebbe essere dovuto a un incremento della neofobia e della selettività alimentare a questa età, per cui le madri tendono a esercitare più pressioni affinché i propri bambini terminino il pasto. Questa ipotesi è supportata dall’osservazione di una maggiore responsività materna alla sazietà con i bambini che consumavano più frequentemente frutta e verdura, proprio quei cibi che – di solito – sono i meno amati dai bambini neofobici e schizzinosi.
Come atteso, la competenza linguistica dei bambini è risultata associata alla responsività materna durante il pasto: a 12 mesi, le madri che riportavano livelli di produzione verbale del bambino più bassi sono risultate più responsive ai segnali di fame e, indipendentemente dall’età del bambino, le madri che riportavano livelli di produzione verbale del bambino più elevati sono risultate più responsive ai segnali di sazietà. In conclusione, nei primi 18 mesi di vita la responsività materna durante i pasti aumenta nel tempo ed è associata alla competenza linguistica del bambino e alla sua capacità di mangiare autonomamente. Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per lo sviluppo socio-emotivo del bambino, anche oltre il contesto dei pasti.
Riferimento bibliografico all’articolo pubblicato
Di Prete, A., Caruso, G. M., Del Grosso, D., Giacomini, E., Picuno, S., Trappetti, G., Focaroli, V., Paoletti, M., Pecora, G., Caravale, B., Gasparini, C., Gastaldi, S., Chiarotti, F., Farrow, C., Galloway, A.T., Hodges, E.A., Bellagamba F. & Addessi, E. (2025). Maternal responsiveness to child receptiveness and fullness cues from 8 to 24 months of age and their relation with complementary feeding approach and language proficiency. Appetite, 108224.
Riferimenti bibliografici
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Ventura, A. (2022). Promoting responsive feeding during breastfeeding, bottle-feeding, and the introduction to solid foods. Academic Press